Ordine: PERCIFORMI Famiglia: Trichiuridae Genere: Lepidopus Lepidopus caudatus (Euphrasen) 1788**** |
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Generalita’
Ha il corpo molto allungato e sottile ai lati, assai simile ad una grossa cintura. La bocca e’ abbastanza grande, incisa, munita di denti acuminatissimi e taglienti, disposti su una unica fila; la mascella inferiore e’ sporgente mentre quella superiore e’ leggermente ricurva. La pinna dorsale e’ abbastanza allungata: inizia nella regione della nuca e termina sul peduncolo caudale; le pettorali sono relativamente piccole e inserite quasi verticalmente; le ventrali sono ridotte e costituite da due piccole scaglie dure; l’anale, invece, e’ composta di due minuscoli raggi poco evidenti perche’ infossati nella pelle. La coda e’ relativamente piccola, molto forcuta, a lobi appuntiti. Il colore dell’animale, appena pescato, e’ argentato ma dopo alcune ore dalla sua cattura, pur mantenendo la sua naturale brillantezza, presenta parecchie chiazze brunastre. Puo’ misurare fino a 2 m di lunghezza.
D = C/CV; A = XXXI/XXXVI-21/25; C = 18; P = 12; V = 1
Costumi
Vive a notevoli profondita’ ma puo’ risalire a quote batimetriche meno elevate in cerca di cibo. Si nutre di pesci ed e’ estremamente vorace; a volte rincorre tutte le specie simili che sono allamate nei palangresi e le dilania con la poderosa dentatura.
Pesca
Si cattura con reti superficiali, dette ciancioli, calate di notte in presenza di una potentissima fonte luminosa. Nello Stretto di Messina la pesca del Pesce sciabola vanta antiche tradizioni, basti pensare che esiste proprio il mestiere di “spadularu” cioe’ di pescatore di Pesce sciabola che si tramanda spesso di padre in figlio. La pesca di solito avviene nel tratto di mare tra la cosiddetta Punta S. Raineri e Reggio Calabria e alle prime luci dell’alba. La lenza usata non e’ altro che un lunghissimo palangrese innescato pero’ con la estremita’ posteriore del pesce (un pezzetto di peduncolo caudale tagliato a striscette). Il mestiere va tenuto in acqua per alcune ore e, a un segnale convenuto, tutti i palangresi vanno recuperati contemporaneamente da ciascuna imbarcazione. Se la corrente e’ favorevole puo’ accadere che in ogni amo ci sia allamato un Pesce sciabola cosicche’ il pescato puo’ superare anche il peso di 2 quintali.
Commestibilita’
Ha carni buone e delicate.
Distribuzione nei mari d’Italia
E’ comune nel Golfo di Napoli, comunissimo nello Stretto di Messina e piuttosto raro in tutti gli altri mari.
Note o curiosita’
Questo pesce e’ cosi’ abbondante nello Stretto di Messina che viene commercializzato spesso lungo le spiagge perfino nei giorni festivi. Per sottolineare la bonta’ delle sue carni, in vernacolo il pesce viene chiamato “signurina du mari”, cioe’ signorina del mare. L’animale e’ parassitato dal Copepode Caligus lepidopi che aderisce soprattutto alla pelle.
Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa