Ordine: PERCIFORMI Famiglia: Carangidae Genere: Campogramma Campogramma vadigo (Risso) 1810** |
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Generalita’
Questo Carangide, la cui lunghezza non oltrepassa i 60 cm, ha il corpo slanciato, poco compresso ai lati. E’ ricoperto di piccole scaglie il cui numero, sulla linea laterale, ad andamento ondulato, varia da 95 a 110. La bocca e’ ampia, molto incisa, munita di denti villiformi, acuminati, con la punta rivolta all’indietro, impiantati sul vomere, sui palatini e sulla lingua. L’occhio e’ piccolo e circolare. Le pinne dorsali sono due: la prima e’ costituita da corte spine, distanziate tra loro ed isolate negli adulti, unite da una membrana negli esemplari giovani; la seconda dorsale, invece, e’ costituita da raggi molli ed alti anteriormente, bassi posteriormente; la pinna anale, pressoche’ uguale ed opposta alla seconda dorsale, e’ preceduta da due corte spine distanziate tra loro; la caudale e’ forcuta, a lobi molto appuntiti. Sia le pettorali sia le ventrali sono piuttosto ridotte. Il colore del dorso e’ grigio-verdastro con una pigmentazione ondulata, molto caratteristica ed inconfondibile, che si estende oltre la linea laterale. Tutte le pinne hanno un colore grigiastro. I fianchi, invece, si presentano argentati. L’occhio e’ circondato da una macchia ovaliforme, di colore grigio-bluastro.
D1=VII; D2=I-19/81; A=II-I-23/24; P=16/17; V=I-5
Costumi
Si tratta di una specie pelagica e migratoria; ha abitudini gregarie ed ha una alimentazione prevalentemente carnivora. Sembra che preferisca acque temperate e calde.
Pesca
Si cattura con lenze superficiali da traina, innescando esche naturali e artificiali oppure con reti da circuizione.
Commestibilitia’
Ha carni ritenute buone.
Distribuzione nei mari d’Italia
Un tempo questa specie era relativamente comune in tutti i nostri mari. Oggi, invece, e’ piuttosto rara un po’ dovunque.
Note o curiosita’
Fino ad ora non si hanno notizie certe sulla sua massima lunghezza. Sembra che possa anche toccare i 100 cm ma questo dato si riferisce alla descrizione fatta da J.C. De Luna nella sua opera relativa ai pesci del litorale iberico e marocchino in cui e’ riportata una fotografia dal vero, non molto chiara, raffigurante un esemplare di oltre 100 cm e del peso di circa 19 chili. Di questa specie si sconoscono ancora sia le uova, sia gli stati larvali che post-larvali. Anche se il nome specifico vadigo non puo’ essere applicato a questa specie per il fatto che Lacepede nel 1801 lo ha utilizzato per identificare il Centronotus vadigo, corrispondente alla Lichia amia, oggi si preferisce confermarlo poiche’ in quasi tutta la letteratura ittiologica la Leccia fasciata e’ cosi conosciuta, invece di Campogramma glaycos, come andrebbe denominata, da campe’=linea sinuosa e gramme’ = linea.
Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa