CERNIA NERA


Ordine: PERCIFORMI
Famiglia: Serranidae
Genere: Epinephelus

Epinephelus caninus (Valenciennes) 1836***

Generalita’

Ha il corpo tozzo, massiccio, non eccessivamente compresso. La testa e’ grande, conica. L’opercolo e’ appuntito ed e’ munito di tre spine rivolte all’indietro, distanziate tra di loro; il preopercolo, superiormente, ha il margine finemente dentellato, inferiormente e’ spinoso. L’occhio e’ grande e circolare. La pinna dorsale ha raggi spinosi meno duri e resistenti delle altre Cernie; i primi due raggi spinosi sono piuttosto corti. La coda ha il margine posteriore lievemente incavato negli adulti e diritto nei giovani. La superficie dell’animale e’ coperta di squame munite di piccoli dentelli per cui al tatto risulta piuttosto ruvida. Il colore di fondo e’ grigio-violaceo scuro sul dorso, piu’ chiaro sui fianchi e sul ventre. Puo’ arrivare ad una lunghezza di 150 cm e toccare il peso di 90 kg.

D = XI-13/14; A = III-8; C = 17; P = 16; V = I-5

Costumi

Vive su fondali rocciosi a profondita’ variabili dai 100 ai 200 metri. Si nutre di pesci, Molluschi e Cefalopodi.

Pesca

Si cattura con palamiti di profondita’ innescati con Cefalopodi.

Commestibilita’

Ha carni buone.

Distribuzione nei mari d’Italia

E’ stata pescata nelle acque di Catania, Messina, Palermo e nel Golfo di Taranto.

Note o curiosita’

Questa Cernia puo’ raggiungere dimensioni cosi’ ragguardevoli che, non a torto, viene anche chiamata Cernia gigante. Un tempo si credeva che appartenesse alla specie Epinephelus guaza, errore in cui incorsero illustri ittiologi; altri, invece, riconobbero le differenze tra le due specie e la denominarono prima Cerna macrodonta e poi Cerna canina. Solo recentemente, nel 1968, ad opera di Maurin, e’ stata riconosciuta la validita’ della specie Epinephelus caninus.


Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa

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