CERNIA DORATA


Ordine: PERCIFORMI
Famiglia: Serranidae
Genere: Epinephelus

Epinephelus alexandrinus Valenciennes 1828***

Generalita’

Ha il corpo affusolato, slanciato e poco compresso lateralmente. La testa e’ massiccia. La bocca e’ abbastanza grande; la mascella e la mandibola sono munite di denti cardiformi e aghiformi, a volte ricurvi all’indietro. Sull’opercolo sono presenti tre spine, di cui quella mediana e’ piu’ lunga delle altre. Il preopercolo e’ a margine seghettato. La superficie dell’animale e’ ricoperta di piccole scaglie ctenoidi; sulla linea laterale se ne contano circa 135 e 18 sul peduncolo caudale, poste trasversalmente. Il colore nel complesso e’ brunastro sul dorso, piu’ sbiadito sui fianchi e biancastro sul ventre. In questa specie si puo’ notare chiaramente una macchia dorata abbastanza estesa che va dal bordo superiore dell’opercolo fino all’altezza del nono raggio spinoso, caratteristica, questa, esclusiva degli esemplari adulti. Gli individui giovani, invece, presentano per tutto il corpo, su una tinta di fondo marrone chiaro, numerose linee longitudinali, scure, e due parallele sugli opercoli. Misura massimo 80 cm e puo’ raggiungere gli 8 kg di peso.

D=XI-16; A=III-8; P=16; V=I-5; C=17

Costumi

Vive su fondali rocciosi a limitate profondita’. Puo’ vivere a gruppi di 2-5 individui. Gli esemplari di grossa taglia sono abbastanza diffidenti e si lasciano avvicinare con molta difficolta’. Si nutre di pesci e di altri animali marini.

Pesca

Si cattura con reti a strascico e piu’ spesso con palamiti di profondita’, innescati con pesci, Donzelle o Cefalopodi.

Commestibilita’

Ha carni buone ma meno saporite rispetto alle altre Cernie.

Distribuzione nei mari d’Italia

E’ una specie poco comune; piu’ diffusa nelle acque siciliane, nel Tirreno Centrale e nel Basso Adriatico.

Note o curiosita’

Questa specie solo recentemente ha avuto una precisa identita’ sistematica. Numerosi autori, sin dai tempi piu’ antichi, si sono interessati alla sua descrizione ma, forse per la differente colorazione esistente fra individui giovani e adulti, hanno coniato nomi diversi come se si trattasse di animali con caratteristiche ben distinte l’uno dall’altro. Oggi, quindi, le descrizioni che appaiono nell’antica letteratura ittiologica con i nomi di Serranus acutirostris Perugia 1881, Plectropoma fasciatus Costa 1844, Serranus costae Steindachner 1878 e, per ultimo, Cernia chrysotaenia Doderlein 1882, altro non sono che sinonimi della specie Epinephelus alexandrinus, la Cernia dorata.


Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa

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