Di ogni pesce vengono anche descritti, oltre ai principali caratteri morfologici e anatomici, i costumi, i sistemi di pesca piu’ conosciuti o particolarmente singolari, nonche’ la sua distribuzione nei mari d’Italia.
A tale riguardo, tenuto conto principalmente della frequenza e dell’abbondanza con cui essa appare lungo le nostre coste, nonche’ delle segnalazioni ufficiali riportate nella letteratura scientifica, si e’ adottata la seguente simbologia:
* = Specie rarissima;
** = Specie rara;
*** = Specie comune;
**** = Specie molto comune.
La trattazione di ogni specie si conclude con alcune “Note o curiosita’,” in cui vengono riportate notizie di carattere storico e biologico, aneddoti, credenze popolari o particolari interessanti.
Allo scopo di rendere agevole la lettura e’ indicato lo schema di un perciforme accompagnato da sigle ed abbreviazioni comunemente usate nello studio della classificazione sistematica di una specie ittica:
D= Pinna dorsale
D1,D2,D3 ecc. =Prima pinna dorsale, seconda, terza,ecc.;
P = Pinna pettorale;
A = Pinna anale;
C = Pinna caudale;
V = Pinna ventrale;
Lt = Lunghezza totale, che va dalla estremita’ cefalica a quella caudale;
Ls = Lunghezza standard, che va dalla estremita’ cefalica fino al peduncolo caudale.
I numeri romani o arabi, accanto ai simboli D, P, A, C, V, frutto di una media aritmetica nell’ambito di una stessa specie, indicano se i raggi sono rispettivamente spinosi o molli.
Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa