Non sempre la possibilita’ di immergersi in mare e’ facilmente realizzabile per problemi solitamente legati alla distanza. Le immersioni in altitudine, in laghi, fiumi o bacini artificiali, rappresentano un’alternativa valida e hanno un loro fascino particolare. Il concetto di immersione in altitudine legato a pura unita’ di misura (in altezza), varia dal tipo di tabella o computer usato. Il sub essendo in una situazione ipobarica rispetto alla pressione esistente al livello del mare, deve calcolare questa differenza. Cio’ si ripercuote sui tempi di permanenza sul fondo e sulle eventuali tappe di decompressione nel caso in cui il subacqueo desideri utilizzare le tabelle d’immersione “marine”. In tal caso e’ necessario individuare a quale profondita’ marina si collega la profondita’ reale. L’operazione da compiere per conoscere la profondita’ “fittizia” e’ la seguente: profondita’ diviso la pressione barometrica = profondita’ fittizia. Esempio: immersione in un bacino a 2.000 metri di altezza ad una profondita’ di 25 metri. Considerando una pressione barometrica di 0,80 Bar eseguiamo: 25 diviso 0,80 = 31,25 (profondita’ fittizia alla quale deve pianificare l’immersione il sub che si immergera’ realmente a 25 metri). Oltre a questo, se il subacqueo giunge sul luogo di immersione proveniendo con l’organismo saturo di azoto ad 1 bar (livello del mare), si trovera’ in una situazione di sovrasaturazione, e affinche’ il proprio organismo si livelli (come pressione parziale dell’azoto disciolto nei tessuti) alla pressione parziale dell’azoto dell’ambiente circostante, occorrono circa 48 ore. Le immersioni in altitudine richiedono quindi un’accurata e competente pianificazione sui tempi e sulle profondita’, un’adeguata protezione termica e conoscenza del luogo.
Immersione in altitudine
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