Tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, a bordo di un Beneteau Oceanis 411 noleggiato, partiamo da Paros e facciamo un giro tra le isole Cicladi meridionali. Salpiamo da porto di Paroikia e navighiamo tra le isole di Paros e Antiparos attraverso lo stretto e basso passaggio, 4 metri di fondo massimo rilevato allo scandaglio, con molta cautela e con l’uomo a prua di vedetta. Ci fermiamo a fare il bagno nei pressi degli scogli a sud del canale e poi nel pomeriggio proseguiamo per il porticciolo nell’isola di Iraklia. E’ una serata magnifica, nel minuscolo porto c’è soltanto una barca, scendiamo a terra e ceniamo molto bene in una piccola taverna sul porto. L’indomani navighiamo verso Amorgos e nel pomeriggio attracchiamo al porto di Katapola dove resteremo un paio di giorni per risolvere un problema al frigorifero che funziona ma non raffredda. Fortunatamente arriva il tecnico che risolve il problema. Potremo avere bevande fresche alle quali avevamo temuto di dover rinunciare. Nel frattempo scopriamo un altro serio inconveniente che ci creerà notevoli disagi. La randa avvolgibile è bloccata dentro l’albero e non si riesce in nessun modo a tirarla fuori. Ci proveremo ogni giorno ma senza esito. Ciò condizionerà la navigazione perchè a vela potremo andare solo con venti portanti. Nel frattempo il famoso vento delle Cicladi comincia a farsi sentire, nei giorni precedenti infatti era stato tutto calmo, ora invece soffia dai 20 ai 30 nodi costantemente e noi siamo impossibilitati a veleggiare bene a causa della randa bloccata. Lasciamo Amorgos che nel frattempo abbiamo visitato all’interno con l’ausilio di una macchina a noleggio, e facciamo vela (tra fiocco e motore perchè il vento soffia da NW) verso la baia di Manganari a sud dell’isola di Ios. Ormeggiamo in rada e trascorriamo lì la notte. L’indomani dirigiamo verso il porto dove abbiamo appuntamento con una persona che dovrebbe risolvere il problema della randa. Troviamo posto in banchina, aiuto una coppia di americani che non riescono ad ormeggiare accanto a noi tanto che sono costretto a salire a bordo e fare io la manovra, e aspettiamo. Naturalmente questa persona non viene, ci sentiamo diverse volte per telefono ma c’è sempre una scusa che ritarda l’appuntamento. La sera andiamo su in paese molto frequentato da giovani soprattutto inglesi, e il giorno dopo dirigiamo di nuovo a Manganari. Siamo a 15 miglia da Santorini dove vorremmo andare ma ci sono delle difficoltà che ci impediscono di farlo. C’è vento forte da NW che ci aiuterebbe all’andata, ma al ritorno l’avremmo contro e senza randa risalirlo sarebbe problematico, poi a Santorini non c’è possibilità di ormeggiare o ancorare all’interno della caldera e quindi alla fine decidiamo di rinunciare. Trascorriamo la notte in rada e l’indomani salpiamo per Siknos. Il porto è molto piccolo e parzialmente insabbiato, è possibile solo accostare di fianco alla banchina ma due barche occupano tutto lo spazio disponibile. Ancoriamo così davanti l’ingresso del porto su 4 metri con fondo di sabbia e scendiamo a terra con il tender. Prendiamo il pullman che ci porta in alto dove c’è il paese e ceniamo lì. Al ritorno … sorpresa! … il vento è aumentato e l’ancora sta arando portando la barca verso il largo. Corsa affannosa con il tender per raggiungerla e fortunatamente una delle barche al molo se ne va così possiamo attraccare e passare una notte tranquilla. Abbiamo scoperto così un altro inconveniente della barca, la linea di ancoraggio composta da un’ancora cqr di una decina di chili e da 60 metri di catena da 6mm sembra essere insufficiente a trattenere la barca quando il vento rinforza. L’indomani salpiamo alla volta di Folegandros dove arriviamo nel pomeriggio. Ci fermiamo al porto dove c’è un po di risacca e trascorriamo una piacevole serata in paese. L’indomani giro per l’isola e poi si parte per Poliagos dove ancoriamo in una baietta deserta. Giornata di relax e notte in rada sotto un bellissimo cielo stellato. Il giorno dopo partiamo alla volta di Sifnos, ormeggiamo in una cala a sud dell’isola e trascorriamo una piacevole giornata. La sera andiamo a Vathi, un bel porto naturale nella costa ovest dell’isola, dove ancoriamo in rada. Sbarchiamo, ceniamo e riusciamo anche a vedere una partita dei mondiali. L’indomani torniamo nelle calette a sud dell’isola, ma abbiamo qualche problema a mantenere l’ancoraggio. Il vento soffia forte e l’ancora spesso ara. La sera ritorniamo a Vathi e vediamo anche un’altra partita. Il giorno dopo decidiamo di costeggiare l’isola verso nord e poi navigare verso NE per raggiungere Paros dove dovremo riconsegnare la barca. Ma appena doppiata la punta nord dell’isola veniamo investiti da 40 nodi di vento da nord e onda molto formata che ci impediscono di fare la rotta scelta (impossibile con fiocco e motore risalire vento e mare) e decidiamo di ritornare a ridossarci nella cala a sud. Bella navigazione in poppa e ancoraggio difficoltoso tentato in due posti differenti. L’ancora non tiene e così andiamo davanti ad una grande spiaggia dove ancoriamo su 4 metri di fondo di sabbia con tutta la catena fuori. Il ridosso non è molto buono, entra risacca e si balla, e per tutta la notte controlliamo l’ancoraggio che dobbiamo rifare almeno una volta. L’indomani dovremo ritornare a Paroikia e se continuerà questo vento non riusciremo ad andare. Decidiamo, dopo avere consultato le meteo anche grazie agli amici a casa che ci danno notizie precise da fonte internet, di partire all’alba prima che il vento rinforzi ulteriormente. Alle 6 salpiamo e troviamo solo 20 nodi di vento che non ci impediscono di rimontarlo in direzione Paros. Arriviamo al porto in mattinata e ormeggiamo al molo esterno sulla nostra ancora. Trascorriamo la giornata in paese controllando di tanto in tanto l’ancora perchè il vento nel frattempo va aumentando. L’indomani mattina arriva il proprietario della barca, tenta anche lui disperatamente di sbloccare la randa senza successo, sbarchiamo appena in tempo perchè l’ennesimo colpo di vento speda l’ancora e lui è costretto a mollare gli ormeggi ed allontanarsi dalla banchina divenuta ormai una specie di trappola. Poi il ritorno a casa con tre voli e tante corse per recuperare il bagaglio che devo reimbarcare ogni volta.
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#1 di Massimo - 10 aprile 2011 alle 16:56
ciao, sono massimo(vittorio)Arnone.Mi ha fatto piacere vedere che tu ami il mare .anche io vivo in un luogo vicinissimo al mare Baia di bacoli (Na) vivo da 25 anni sono sposato ho due figli grandi.Ma le mie passioni durano ancora per la Musica e il mare.quanti ricordi a Palermo quando venivo a casa tua per sentire le lontane frequenze Radio. Ricordo che tu amavi suonare la batteria, ma ne è passato di tempo,ciao ,se un giorno ti troverai a napoli vieni nel golfo di pozzuoli troverai un luogo dove gli antichi romaniapprodarono ne fecero dimora in un posto incantevole per le loro vacanze patrizie.ciao a presto.
#2 di Fabrizio - 11 aprile 2011 alle 11:59
Ciao Massimo,
quanto tempo è passato! Mi dedico ancora alle frequenze radio, alla batteria, ma sopratutto al Mare. Ne ho fatto, anche se non a tempo pieno, uno stile di vita. A presto
#3 di Massimo - 25 maggio 2011 alle 23:03
Complimenti per il dettagliato racconto, mi immaginavo a bordo con te nel ruolo di ancora.. ;)
Fabrizio quando dici tu avrei il piacere di rivederti.
73′ IT9DFA MAX