Il colpo di ventosa puo’ avvenire all’interno della maschera, al condotto uditivo esterno e quindi all’interno del cappuccio della muta, e all’interno di una muta stagna. Il colpo di ventosa alla maschera e’ l’incidente a cui nessuno, escluso chi lo subisce, puo’ portare rimedio. Nessun compagno o istruttore puo’ infatti controllare che il proprio compagno d’immersione insuffli aria dal naso nella maschera. Questo incidente manifesta i suoi sintomi in superficie e si presenta con i globi oculari iniettati di sangue, forti cefalee ed ematomi intorno alle cavita’ orbitarie. E’ un incidente tipico dei principianti e si risolve spontaneamente nell’arco di 3-4 settimane anche se e’ consigliata una visita specialistica.
Il colpo di ventosa al condotto uditivo esterno e’ causato dal cappuccio della muta che sigilla perfettamente il padiglione intrappolando cosi’ una certa quantita’ di aria all’interno del condotto uditivo senza permetterne la necessaria invasione di acqua. La risultante sara’ un effetto suzione sulle pareti interne del condotto e sulla membrana del timpano con possibili emorragie o lacerazioni della membrana timpanica.
Il primo soccorso consiste con lavaggi di acqua pura diluita con circa il 20% di aceto, e la visita dall’otorinolaringoiatra. Il colpo di ventosa da muta stagna avviene quando il sub immette aria insufficiente all’interno della propria muta onde prevenirne il collassamento. Anche se di lieve entita’, ematomi di dimensioni ridotte, il colpo di ventosa da muta stagna e’ facilmente avvertibile per il senso di costrizione e di ostacolo ai movimenti.