Archivio della categoria Pesci del Mediterraneo

OMBRINA GIALLA

Ordine: PERCIFORMI
Famiglia: Sciaenidae
Genere: Umbrina

Umbrina ronchus (Valenciennes) 1843*

Generalita’

Questa specie presenta poche differenze rispetto alla comune Ombrina. Il corpo e’ allungato (massimo 40 cm) e compresso ai lati. Il muso e’ piu’ corto e ottuso. La prima pinna dorsale, costituita da 10-11 raggi spinosi, ha la forma triangolare, appuntita; la seconda dorsale e’ piu’ estesa ed e’ formata da un raggio spinoso e 25-30 molli. La linea laterale arriva fino alla pinna caudale che ha il margine superiore prominente ed appuntito. Il colore di fondo e’ grigio argentato con numerose linee sinuose di colore giallo con riflessi bluastri. Il ventre e’ bianco argentato. Le pinne pettorali sono gialle. Questo animale, contrariamente alla comune Ombrina, ha l’opercolo privo di margine nerastro.

D1 = X/XI; D2 = I-25/30; A = II-7/8; P = 17; C = 17/19; V= I-5

Costumi

Vive in acque basse, su fondi sabbiosi o fangosi. Si nutre, come la specie congenere, di Vermi, Molluschi e Crostacei.

Pesca

Si cattura con gli stessi metodi visti per l’Ombrina.

Commestibilita’

Ha carni molto delicate.

Distribuzione nei mari d’Italia

Fino ad ora e’ stata segnalata a Messina, nel lontano 1889 e 1893, ad opera di due studiosi, Doderlein e Carus.

Note o curiosita’

Questo animale, abbastanza raro nei nostri mari, non ha un nome italiano ufficiale. Si e’ ritenuto opportuno denominarlo Ombrina gialla per mettere meglio in evidenza la caratteristica colorazione giallo brillante che assumono le sue pinne pettorali. Del resto nel Golfo di California, ove sembra essere molto diffusa, viene chiamata Yellowfin Croacker che significa alla lettera Ombrina dalla pinna gialla che gracida, fenomeno abbastanza comune tra gli Scienidi che producono, mediante la vescica natatoria, un rumore stridulo e gracidante.


Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa

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OMBRINA

Ordine: PERCIFORMI
Famiglia: Sciaenidae
Genere: Umbrina

Umbrina cirrosa (Linneo) 1758***

Generalita’

Presenta il corpo allungato, molto compresso ai lati. Il profilo del dorso e’ abbastanza incurvato, quello ventrale quasi orizzontale. La testa e’ massiccia, il muso e’ arrotondato, la mascella superiore e’ lievemente sporgente. La mandibola porta inferiormente un corto barbiglio carnoso, munito di due forellini su ciascun lato. Il preopercolo e’ finemente dentellato negli individui giovani, liscio in quelli adulti. L’opercolo, invece, e’ munito di due spine poco evidenti ed appiattite. Il corpo e’ ricoperto di grosse scaglie. La prima pinna dorsale, di forma triangolare, e’ costituita da raggi spinosi, la seconda, molto piu’ lunga e’ piu’ bassa della prima, da raggi molli. Il colore di fondo e’ grigio-argentato con numerose strisce vermiformi, oblique, di colore giallo-dorato. Tutte le pinne sono ocracee con tonalita’ piu’ scure lungo i margini. L’opercolo e’ bordato di nero. Puo’ raggiungere la lunghezza totale di 100 cm e toccare anche il peso di 12 kg.

D1=X; D2=I-21/25; A=II-7/8; C =17/18; P =17; V=I-5

Costumi

Vive prevalentemente su fondi sabbiosi e fangosi, a modeste profondita’. Normalmente si associa con pochi altri individui e puo’ spingersi anche in prossimita’ delle foci dei fiumi. Si nutre principalmente di Vermi, Molluschi e Crostacei.

Pesca

Si cattura con tramagli, reti a strascico e soprattutto con lenze di profondita’ innescate con Molluschi del genere Solen vagina meglio conosciuto con il nome di Cannolicchio, di cui l’Ombrina e’ particolarmente ghiotta, oppure con altri animali, Crostacei o Molluschi.

Commestibilita’

Ha carni molto delicate particolarmente richieste un po’ dappertutto.

Distribuzione nei mari d’Italia

L’Ombrina e’ conosciuta in tutte le nostre acque ma in questi ultimi tempi sta diventando sempre meno frequente.

Note o curiosita’

L’animale, come tutti i rappresentanti di questa famiglia, e’ parassitato da alcuni Copepodi, Caligus e Clavella, e Trematodi, Calceostoma e Diplectanum.


Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa

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OCCHIATA

Ordine: PERCIFORMI
Famiglia: Sparidae
Genere: Oblada

Oblada melanura (Linneo) 1758****

Generalita’

Ha il corpo ellittico, compresso lateralmente. La bocca e’ piccola, con la mascella inferiore leggermente sporgente. L’occhio e’ grande ed arrotondato. Le pinne pettorali sano falciformi; la caudale e’ forcuta con i lobi appuntiti e ben distinti. Il colore del dorso e’ bruno azzurrastro, i fianchi ed il ventre sono grigio-argenteo. Lungo i fianchi, a partire dall’opercolo, decorrono longitudinalmente una decina di linee nerastre o azzurrastre, piu’ evidenti negli esemplari adulti. Sul peduncolo caudale c’e’ una vistosa macchia nera che non si congiunge mai inferiormente. Puo’ raggiungere una lunghezza massima di 30 em e toccare il chilogrammo di peso.

D=XI-14; A=III-13/14; P =15; V=I-5; C=3-17-3

Costumi

E’ un animale prevalentemente gregario. Vive in prossimita’ della costa su fondi rocciosi o algosi. Gli esemplari giovani vivono prevalentemente tra le scogliere frangiflutti, gli adulti un po’ piu al largo. Si nutre di Crostacei o di alghe.

Pesca

Si cattura con tramagli, sciabichelli da terra, nasse e soprattutto con palamiti a mezz’acqua innescati con Cozze, Gamberi o piccoli Pesci ago. In numerose localita’ marine si pesca anche con lenze superficiali, da traina, innescate con tremolina oppure con un frammento di lana di pecora, sagomato a pesciolino. Molto praticata e’ anche la pesca con i nattelli (galleggianti a disco), recanti brevi spezzoni di lenza innescati con un pezzetto di pane raffermo. Altre volte il nattello puo’ subire una variante, che consiste nell’appendere numerosi ami e mettendo sotto di esso, legate opportunamente, crosta di pane o teste di Sarde. Attirate da questo brumeggio, le Occhiate rimangono molto spesso agganciate agli ami pendenti. Con i nattelli, il recupero del pesce va effettuato col guadino a maglie larghe.

Commestibilita’

Ha carni buone, molto ricercate soprattutto nell’Italia Meridionale.

Distribuzione nei mari d’Italia

E’ una specie molto diffusa in tutte le coste italiane occidentali e meridionali, un po’ meno in quelle adriatiche.

Note o curiosita’

Osservando il contenuto stomacale nei mesi autunnali, soprattutto dopo le prime piogge settembrine, si puo’ costatare una sostanza pastosa di colore nerastro. E’ composta di formiche alate, dette volgarmente “formiche rizza addome” (Crematogaster scutellaris), che precipitando sulla superficie del mare attirano numerosissime Occhiate, divoratrici di questi insetti. Si tratta in pratica di una pasturazione naturale che si verifica quasi agni anno. Le Occhiate sono anche parassitate da due Copepodi, il Bomolochus oblongus e il Lernanthropus brevis.


Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa

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NASELLO

Ordine: GADIFORMI
Famiglia: Gadidae
Genere: Merluccius

Merluccius merluccius (Linneo) 1758****

Generalita’

Ha il corpo allungato, arrotondato nella parte anteriore e leggermente compresso in quella posteriore. La testa e’ lunga e piatta. La bocca e’ molto grande, con la mandibola prominente. Entrambe le mascelle sono animate di denti aguzzi, disposti su due-tre serie. Sono presenti anche sul vomere ma in due file. L’occhio e’ circolare e piuttosto piccolo. Sul dorso sono presenti due pinne di cui la prima e’ piccola e corta, distanziata dalla seconda che si presenta abbastanza allungata; la caudale e’ spatolata, a margine tronco; l’anale e’ uguale ed opposta alla seconda dorsale; le pettorali sono moderatamente sviluppate e le ventrali, pressoche’ uguali, sono inserite in posizione giugulare. Il colore del dorso e’ grigio cenere con riflessi dorati, i fianchi ed il ventre sono bianco sporco. Le pinne pettorali, dorsali, anale e caudale sono brunastre. L’animale puo’ raggiungere eccezionalmente la lunghezza di 110 cm; mediamente pero’ misura 30-40 cm.

D1 = 9/11; D2 = 36/40; A = 36/40; C = 5-17/30-5; P = 12/14;V=7

Costumi

Vive normalmente a grandi profondita’ su fondi sabbiosi o fangosi. Nel periodo della riproduzione, che varia a seconda delle localita’, si porta in acque poco profonde. E’ una specie molto vorace.

Pesca

Si cattura con reti a strascico dei motopescherecci di altura. Nei mesi estivi qualche esemplare puo’ capitare anche nei tramagli. Abbocca molto facilmente nei palamiti di profondita’.

Commestibilita’

Ha carni bianche e delicate. Riveste molta importanza nell’alimentazione umana. Viene venduto spesso eviscerato poiche’ il suo contenuto stomacale entra facilmente in decomposizione.

Distribuzione nei mari d’Italia

E’ molto comune lungo tutte le nostre coste. Nel Golfo dell’Asinara costituisce circa il 25% del prodotto pescato.

Note o curiosita’

Questo animale, a causa dei numerosi ittionimi italiani o dialettali, crea spesso grandi confusioni tanto e’ vero che molti pescatori credono di trovarsi di fronte al vero Merluzzo. Quest’ultimo, invece, e’ completamente assente nei nostri mari ed e’ esclusivo delle fredde acque del Nord. Il vero Merluzzo, il cui nome scientifico e’ Gadus morhua morhua, viene importato congelato oppure essiccato. In tal caso in Italia prende il nome di Pesce stocco o Stoccafisso; se, invece, oltre ad essere essiccato e’ anche salato prende il nome di Baccala’. Per riconoscere le due specie basta guardare le pinne dorsali che sono in numero di tre, pressoche’ uguali nel vero Merluzzo, e due, una molto corta e un’altra molto allungata, nel Nasello, chiamato un po’ dovunque Merluzzo. Di solito i maschi sono in prevalenza sulle fermmine. In questi ultimi anni il pescato del Nasello, nei nostri mari, ha subito una parabola discendente a causa di una pesca indiscriminata. Con le attuali leggi sulla regolamentazione della pesca oggi la misura minima consentita dev’essere pari a 11 cm. In piu’, alcune osservazioni fatte da parecchi studiosi hanno permesso di trarre conclusioni importanti sulla grandezza della maglia che si ripercuote sulla composizione dello stock di Nasello. Pescando infatti in una stessa zona di mare con piu’ pescherecci aventi reti a strascico con maglie di diversa grandezza, si ha un rendimento costante in peso ma un diverso numero di individui catturati. La spiegazione va ricercata nel fatto che le reti a maglia stretta, di 10-15 mm, catturano un enorme numero di individui immaturi pari all’82%, mentre pescando con reti a maglie piu’ larghe, massimo 35 mm, si cattura solo un 38% di individui immaturi: come si puo’ ben notate i due valori danno una idea ben precisa del danno causato dalle reti a maglia stretta. Il fatto che la percentuale in peso si mantenga costante dipende — sempre in seguito alle osservazioni compiute — dal fatto che usando le reti a maglie strette si catturano individui di piccole dimensioni che impediscono l’entrata nella rete agli esemplari grossi a causa di un “effetto di pressione e di rigurgito” che verrebbe a crearsi all’interno del sacco. Usando mestieri di pesca a maglia larga, invece, gli esemplari piccoli sfuggirebbero molto facilmente alla cattura e si pescherebbero cosi’ solo individui di taglia molto piu’ grande con l’enorme vantaggio di risparmiare tutti gli animali giovani destinati alla riproduzione e quindi all’arricchimento dei banchi. Se tali osservazioni venissero prese in seria considerazione non sarebbe escluso che in un futuro non molto lontano si potrebbe migliorare enormemente il rendimento giornaliero delle pescate dei pescherecci che operano nei nostri mari.


Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa

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MURENA NERA

Ordine: ANGUILLIFORMI
Famiglia: Muraenidae
Genere: Muraena

Lycodontis unicolor (Delaroche) 1809**

Generalita’

Ha il corpo molto simile alla comune Murena. Allungato, serpentiforme, a sezione ellittica, compresso ai lati fino al peduncolo caudale. L’occhio e’ piccolo e circolare. La testa e’ corta. La bocca e’ incisa orizzontalmente. Le mascelle sono armate di una complessa dentatura costituita da denti appuntiti, molto resistenti, distribuiti in una o piu’ serie, di lunghezze variabili a seconda della zona di impianto. Sul capo sono presenti numerosi canali mucosi. La pinna dorsale e’ molto allungata e comunica con quella anale, molto piu’ corta, con alcuni raggi che costituiscono una rudimentale pinna caudale; la fessura branchiale e’ ridotta ad un semplice orifizio trasversale; mancano le pinne pettorali e le ventrali. Il colore di questa specie tende al marrone-castagna o al bruno-nerastro. La testa e’ nerastra. L’animale e’ privo di scaglie ed e’ ricoperto di una sostanza mucosa, molto viscida al tatto. Puo’ misurare fino a 110 cm di lunghezza.

Costumi

Vive su fondali rocciosi ricchi di vegetazione, a profondita’ maggiori della Murena. Si nutre principalmente di Crostacei, Molluschi e pesci. Ha abitudini notturne.

Pesca

Si cattura con nasse, tramagli e con palamiti di profondita’ innescati con Sardine o Acciughe.

Commestibilita’

Ha carni commestibili, bianche ma spinose.

Distribuzione nei mari d’Italia

E’ una specie sempre piu’ rara. E’ stata segnalata lungo le coste napoletane, in quelle liguri, in Sardegna ed in Sicilia.

Note o curiosita’

Un tempo questa specie apparteneva al genere Gymnothorax, difatti nella letteratura scientifica appare spesso con il nome di Gymnotorax unicolor. Gli ittiologi moderni hanno preferito separare questa specie dal vecchio genere di appartenenza poiche’ tutti i loro rappresentanti sono caratterizzati da una dentatura a margine seghettato mentre quelli appartenenti al genere Lycodontis presentano il margine dei denti completamente liscio. In alcune regioni viene chiamata dialettalmente “monaca” poiche’ il colore di fondo e’ uguale a quello del saio di un monaco.


Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa

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