Archivio della categoria Pesci del Mediterraneo
LECCIA STELLA
Inviato da Fabrizio in Pesci del Mediterraneo il 5 marzo 2009
Ordine: PERCIFORMI Famiglia: Carangidae Genere: Trachinotus Trachinotus glaucus (Linneo) 1758*** |
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Generalita’
Ha il corpo ovale, allungato e compresso ai lati. La bocca e’ piccola come pure gli occhi, di forma circolare. La prima pinna dorsale, preceduta da un aculeo posto orizzontalmente, e’ costituita da 5-6 spine molto corte, libere, che si incuneano in un solco dorsale; la seconda dorsale e l’anale sono pressoche’ uguali, con i primi raggi molli allungati a forma di lobo; l’anale e’ preceduta da due corte spine che possono ripiegarsi in un solco ventrale; le pettorali e le ventrali sono piuttosto ridotte; la caudale e’ forcuta a lobi appuntiti. Il colore dell’animale e’ grigio azzurrastro sul dorso, argenteo sui fianChi e biancastro sul ventre. Sulla linea laterale sono presenti 3-5 macchiette nerastre verticali. Le punte delle pinne dorsali, anale e caudale sono di colore nerastro. L’animale di solito non oltrepassa i 45 cm di lunghezza.
D1 = I+ V/VI; D2 = I-24/25; A = II-I-23/25; C = 3/4-17-4/3;P=17; V=I-5
Costumi
E’ una specie pelagica. Si spinge anche molto vicino alla costa per cacciare Latterini, Sardine, Acciughe e piccoli pesci pelagici. E’ un animale gregario ed ha abitudini migratorie.
Pesca
Si cattura con reti a strascico, reti da circuizione e con lenze superficiali, da traina, innescate con esche artificiali, giacche’ attacca qualunque cosa si muova in superficie.
Commestibilita’
Ha carni buone.
Distribuzione nei mari d’Italia
E’ comune lungo tutte le coste italiane, un po’ meno nell’Alto Adriatico.
Note o curiosita’
Si chiama Trachinotus glaucus poiche’ trakus significa scabro, aspro, per la presenza di corte spine dorsali e glaucus che vuol dire azzurro, il colore del dorso. L’animale e’ parassitato da alcuni Copepodi, Bomolochus unicirrus, Branchiella elegans, Clavella lichiae, che si insediano nelle branchie ostacolandone la normale respirazione.
Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa
LECCIA FASCIATA
Inviato da Fabrizio in Pesci del Mediterraneo il 5 marzo 2009
Ordine: PERCIFORMI Famiglia: Carangidae Genere: Campogramma Campogramma vadigo (Risso) 1810** |
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Generalita’
Questo Carangide, la cui lunghezza non oltrepassa i 60 cm, ha il corpo slanciato, poco compresso ai lati. E’ ricoperto di piccole scaglie il cui numero, sulla linea laterale, ad andamento ondulato, varia da 95 a 110. La bocca e’ ampia, molto incisa, munita di denti villiformi, acuminati, con la punta rivolta all’indietro, impiantati sul vomere, sui palatini e sulla lingua. L’occhio e’ piccolo e circolare. Le pinne dorsali sono due: la prima e’ costituita da corte spine, distanziate tra loro ed isolate negli adulti, unite da una membrana negli esemplari giovani; la seconda dorsale, invece, e’ costituita da raggi molli ed alti anteriormente, bassi posteriormente; la pinna anale, pressoche’ uguale ed opposta alla seconda dorsale, e’ preceduta da due corte spine distanziate tra loro; la caudale e’ forcuta, a lobi molto appuntiti. Sia le pettorali sia le ventrali sono piuttosto ridotte. Il colore del dorso e’ grigio-verdastro con una pigmentazione ondulata, molto caratteristica ed inconfondibile, che si estende oltre la linea laterale. Tutte le pinne hanno un colore grigiastro. I fianchi, invece, si presentano argentati. L’occhio e’ circondato da una macchia ovaliforme, di colore grigio-bluastro.
D1=VII; D2=I-19/81; A=II-I-23/24; P=16/17; V=I-5
Costumi
Si tratta di una specie pelagica e migratoria; ha abitudini gregarie ed ha una alimentazione prevalentemente carnivora. Sembra che preferisca acque temperate e calde.
Pesca
Si cattura con lenze superficiali da traina, innescando esche naturali e artificiali oppure con reti da circuizione.
Commestibilitia’
Ha carni ritenute buone.
Distribuzione nei mari d’Italia
Un tempo questa specie era relativamente comune in tutti i nostri mari. Oggi, invece, e’ piuttosto rara un po’ dovunque.
Note o curiosita’
Fino ad ora non si hanno notizie certe sulla sua massima lunghezza. Sembra che possa anche toccare i 100 cm ma questo dato si riferisce alla descrizione fatta da J.C. De Luna nella sua opera relativa ai pesci del litorale iberico e marocchino in cui e’ riportata una fotografia dal vero, non molto chiara, raffigurante un esemplare di oltre 100 cm e del peso di circa 19 chili. Di questa specie si sconoscono ancora sia le uova, sia gli stati larvali che post-larvali. Anche se il nome specifico vadigo non puo’ essere applicato a questa specie per il fatto che Lacepede nel 1801 lo ha utilizzato per identificare il Centronotus vadigo, corrispondente alla Lichia amia, oggi si preferisce confermarlo poiche’ in quasi tutta la letteratura ittiologica la Leccia fasciata e’ cosi conosciuta, invece di Campogramma glaycos, come andrebbe denominata, da campe’=linea sinuosa e gramme’ = linea.
Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa
LECCIA
Inviato da Fabrizio in Pesci del Mediterraneo il 5 marzo 2009
Ordine: PERCIFORMI Famiglia: Carangidae Genere: Lichia Lichia amia (Linneo) 1758*** |
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Generalita’
Ha il corpo di forma ovale, allungato e molto compresso ai lati. La bocca e’ profondamente incisa. L’occhio e’ piccolo e circolare. La pelle e’ ricoperta di minutissime scaglie dislocate soprattutto sul dorso e sui fianchi, molto rade sull’opercolo. La linea laterale, costituita da oltre 100 squamette, ha un andamento tortuoso da renderla riconoscibile a prima vista. La prima pinna dorsale, preceduta da una piccola spina rivolta in avanti, e’ costituita da 7 corte spine collegate tra di loro da una breve membrana interradiale; la seconda dorsale e l’anale, molto simili tra di loro, presentano anteriormente un lobo falciforme, molto accentuato negli esemplari adulti; le pettorali e le ventrali sono piuttosto ridotte. La coda e’ profondamente incisa, forcuta, a lobi appuntiti. Il colore dell’animale, nel complesso, e’ verde-argenteo sul dorso, bianco-argentato sui fianchi e sul ventre. Tutte le pinne sono di colore brunastro, piu’ scure sugli apici. La sua lunghezza puo’ arrivare fino a 2 metri e toccare i 50 kg di peso.
D1 = I + VII; D2 = I-19/21; A = II-I-20/21; C = 4-17-4; P = 19/21; V = I-5
Costumi
E’ una specie pelagica, di abitudini gregarie; si adatta anche nelle acque salmastre tanto che spesso penetra nelle lagune. E’ un animale predatore ed insegue fino alla riva branchi di Cefali e Latterini.
Pesca
Si pesca con reti da posta, reti da circuizione e con lenze superficiali, da traina, innescate con esche naturali o artificiali. E’ molto ricercata dai subacquei.
Commestibilita’
Ha carni buone, dal sapore delicato.
Distribuzione nei mari d’Italia
E’ comune lungo le nostre coste.
Note o curiosita’
L’animale, quando e’ piccolo, ha un aspetto e un colore molto diversi dall’adulto tanto e’ vero che in passato sono sorte non poche confusioni. Presenta, infatti, numerose fasce nere, trasversali che hanno fatto pensare ad una nuova specie denominata Porthmeus argentus. E’ parassitato da numerosi Copepodi e da alcuni Trematodi, come la specie Vallisia striata che si insedia nelle branchie.
Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa
GRONGO NASUTO
Inviato da Fabrizio in Pesci del Mediterraneo il 5 marzo 2009
Ordine: ANGUILLIFORMI Famiglia: Congridae Genere: Gnathophis Gnathophis mystax (Delaroche) 1809*** |
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Generalita’
Presenta il corpo allungato, piuttosto esile, a sezione cilindrica, molto sottile in prossimita’ della regione caudale. La bocca e’ incisa fino alla meta’ del diametro oculare. Il muso e’ appuntito ed allungato oltre l’apice mandibolare. La pinna dorsale e’ molto estesa, costituita da raggi piuttosto corti; le pettorali sono piccole, inserite al disopra delle aperture branchiali che si presentano arcuate ed in posizione ventrale. Il colore dell’animale e’ grigiastro con riflessi argentati nella regione addominale. Il margine esterno delle pinne dorsale ed anale, in prossimita’ della coda, e’ nerastro. Misura fino a 35 cm ma la media si aggira sui 16-18 cm di lunghezza totale.
Costumi
Si trova nei fondali sabbiosi o fangosi ad una profondita’ di circa 400 metri. Vive quasi sempre infossato nel fango in cui si sotterra con l’estremita’ caudale. Si nutre di piccoli organismi bentonici.
Pesca
Si cattura esclusivamente con le reti a strascico dei motopescherecci.
Commestibilita’
Ha carni commestibili, dal gusto simile al Cicerello, ma di nessuna importanza alimentare.
Distribuzione nei mari d’Italia
E’ una specie poco comune ma presente in tutti i nostri mari.
Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa
GRONGO DELLE BALEARI
Inviato da Fabrizio in Pesci del Mediterraneo il 5 marzo 2009
Ordine: ANGUILLIFORMI Famiglia: Congridae Genere: Ariosoma Ariosoma balearicum, (Delaroche) 1809**** |
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Generalita’
Come tutti gli Anguilliformi, presenta il corpo molto allungato, snello, a sezione cilindrica. Gli occhi sono grandi e pressoche’ circolari. La bocca e’ incisa fino a poco piu’ indietro del margine anteriore dell’occhio. La mascella superiore e’ lievemente sporgente. Entrambe le mascelle ed il vomere sono muniti di piccoli denti cardiformi disposti a forma triangolare, con la base verso l’interno. Le aperture branchiali sono formate da fessure trasversali piuttoto sviluppate. Le pinne pettorali sono allungate; la pinna dorsale e’ molto estesa ed inizia subito dopo l’impianto delle pettorali; l’anale e’ circa meta’ della dorsale e continua con quest’ultima con alcuni raggi che costituiscono una rudimentale pinna caudale. Sul muso si nota una piccola protuberanza su cui sono presenti due narici tubulari. L’animale e’ privo di scaglie. La linea laterale e’ bene evidente, con numerosi pori sensoriali. Il colore del dorso e’ ocra chiaro, brunastro o verde-giallastro con riflessi madreperlacei. Fianchi e ventre sono argentati. I margini delle pinne dorsale ed anale sono bordati di scuro. L’iride e’ argentata. Tutto il corpo e’ ricoperto di una sostanza mucosa, molto viscida al tatto.
Costumi
Vive su fondi fangosi e sabbiosi, tea i 2 e i 30 metri di profondita’. Ha abitudini notturne. Quando si sente minacciato si insabbia rapidamente infossandosi all’indietro, usando la coda, che e’ appuntita.
Pesca
Si cattura molto facilmente con una fiocina, di notte, in presenza di una fonte luminosa. Si trova molto spesso nel pescato della gangamella o degli sciabichelli. Abbocca saltuariamente nelle lenze da posta innescate con tremolina.
Commestibilita’
Ha carni commestibili ma di nessuna importanza alimentare.
Distribuzione nei mari d’Italia
E’ molto comune nello Stretto di Messina. E’ conosciuto lungo tutte le nostre coste tranne in Adriatico ove e’ piuttosto raro.
Note o curiosita’
Nello Stretto di Messina e’ una preda ricercatissima dai pescatori locali poiche’, innescata in particolari lenze di profondita’ o palangresi, costituisce la migliore esca del Dentice corazziere (Dentex gibosus). Qualche volta viene venduto con la minutaglia come Anguilla o Grongo.
Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa