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Immersione in grotta
L’immersione in grotta e’ tra le attivita’ subacquee ricreative, la piu’ problematica. Problemi legati alla impossibilita’ di risalire direttamente alla superficie, alla possibile tortuosita’ del percorso, al possibile sollevamento di sedimento con riduzione della visibilita’, al possibile disorientamento, rappresentano ostacoli che per essere superati in sicurezza e’ richiesto al sub uno specifico addestramento. Vi sono inoltre grotte sommerse che hanno spazi aerei dove i subacquei possono togliersi l’erogatore e respirare. In alcune grotte pero’, togliersi l’erogatore e respirare puo’ diventare un diversivo mortale per i gas presenti: vi sono gia’ stati casi fatali. Per questo e’ necessaria anche una conoscenza completa delle caratteristiche della grotta da visionare. L’immersione in grotta e’ una valida alternativa al menu del subacqueo, ma deve essere accuratamente pianificata ed eseguita con persone esperte del luogo.
L’immersione notturna
L’immersione notturna e’ una delle attivita’ subacquee piu’ interessanti e sottovalutate del mondo sommerso. Gli stessi luoghi visitati di giorno si trasformano di notte a causa delle numerose forme di vita che si espongono solamente durante il periodo notturno. La necessita’ di usare una torcia o illuminatore subacqueo consente al sub di ammirare in pieno i colori del mare. In questo tipo di immersione occorre una maggiore applicazione del sistema di coppia. I subacquei non avranno una sola fonte luminosa, oltre alla propria torcia avranno una lampada stroboscopica applicata al braccio, oppure una luce chimica (tipo cyalume) fissata alla rubinetteria in modo da essere sempre individuabili anche nel caso di spegnimento accidentale della propria torcia. E’ buona norma accendere la torcia un momento prima dell’entrata in acqua e, in immersione, non puntare il fascio luminoso verso il viso del compagno che ne resterebbe abbagliato. Per ottenere l’attenzione del compagno bastera’ muovere ampiamente la torcia in senso orizzontale puntando il cono di luce verso il basso. In caso di richiesta di assistenza il segnale luminoso e’ muovere ampiamente la torcia in senso verticale; il segno di “o.k. tutto va bene” si compie con la torcia facendo un ampio cerchio. Forse non tutti sanno che la segnalazione del sub immerso e’ obbligatoria di giorno, ma anche di notte! In questo caso il sub deve operare entro 50 metri dalla verticale di un luce intermittente gialla visibile da almeno 300 metri. Le immersioni notturne dalla barca sono sicuramente piu’ agevoli che dalla riva, ma oltre a cio’ sono anche piu’ sicure nel caso di mare mosso o con forte risacca. Buona abitudine nell’immersione notturna dalla barca, e’ posizionare una luce stroboscopica sulla cima dell’ancora a circa 4-5 metri dal fondo per un eccellente ausilio di orientamento durante la discesa e soprattutto per un piu’ rapido individuamento dell’ancora al ritorno dall’escursione. Se l’immersione viene eseguita da riva occorre segnalare il luogo d’entrata in acqua con fonti luminose in quanto nel caso di emersione e perdita dell’orientamento (gli stessi luoghi di notte hanno una visione diversa), esse saranno il nostro “faro”.
Immersione in altitudine
Non sempre la possibilita’ di immergersi in mare e’ facilmente realizzabile per problemi solitamente legati alla distanza. Le immersioni in altitudine, in laghi, fiumi o bacini artificiali, rappresentano un’alternativa valida e hanno un loro fascino particolare. Il concetto di immersione in altitudine legato a pura unita’ di misura (in altezza), varia dal tipo di tabella o computer usato. Il sub essendo in una situazione ipobarica rispetto alla pressione esistente al livello del mare, deve calcolare questa differenza. Cio’ si ripercuote sui tempi di permanenza sul fondo e sulle eventuali tappe di decompressione nel caso in cui il subacqueo desideri utilizzare le tabelle d’immersione “marine”. In tal caso e’ necessario individuare a quale profondita’ marina si collega la profondita’ reale. L’operazione da compiere per conoscere la profondita’ “fittizia” e’ la seguente: profondita’ diviso la pressione barometrica = profondita’ fittizia. Esempio: immersione in un bacino a 2.000 metri di altezza ad una profondita’ di 25 metri. Considerando una pressione barometrica di 0,80 Bar eseguiamo: 25 diviso 0,80 = 31,25 (profondita’ fittizia alla quale deve pianificare l’immersione il sub che si immergera’ realmente a 25 metri). Oltre a questo, se il subacqueo giunge sul luogo di immersione proveniendo con l’organismo saturo di azoto ad 1 bar (livello del mare), si trovera’ in una situazione di sovrasaturazione, e affinche’ il proprio organismo si livelli (come pressione parziale dell’azoto disciolto nei tessuti) alla pressione parziale dell’azoto dell’ambiente circostante, occorrono circa 48 ore. Le immersioni in altitudine richiedono quindi un’accurata e competente pianificazione sui tempi e sulle profondita’, un’adeguata protezione termica e conoscenza del luogo.
Immersione dalla barca
L’immersione dalla barca e’ sicuramente il mezzo migliore per avere le migliori opportunita’. Con la barca si possono raggiungere i luoghi migliori, lontano da situazioni troppo affollate. In caso di mare mosso, con la barca possono essere raggiunti luoghi ridossati dove poter effettuare ugualmente l’escursione subacquea programmata. La barca consente una maggiore assistenza rapida che non le immersioni da riva ed evita al sub faticose nuotate in superficie, senza pensare alla fastidiosa e a volte pericolosa risacca. Fra tutti questi vantaggi vi possono pero’ essere anche dei problemi, vediamo quali. Il primo problema e’ il mal di mare, chi ne soffre deve prendere alcune precauzioni come il non bere liquidi prima della navigazione, evitare di leggere e compiere operazioni con la testa reclinata verso il basso. Occorre posizionarsi verso il centro della barca perche’ vi e’ meno ondeggiamento, osservare l’orizzonte ed essere pronti ad entrare in acqua appena possibile. Vi sono anche alcuni medicinali appositi, ma e’ opportuno avere l’assenso del medico in quanto potrebbero portare al sub un senso di sonnolenza/torpore. La barca ha solitamente uno spazio di azione ridotto per cui e’ facile entrare “in contatto” con altri compagni, per cui occorre una reciproca tolleranza. E’ buona norma farsi indicare dal comandante dove riporre l’attrezzatura e bloccare bene la bombola. Il metodo di entrata in acqua variera’ a seconda della tipologia dell’imbarcazione. Una barca con bordi poco alti dalla superficie puo’ consentire l’entrata di schiena, se i bordi sono alti e’ consigliato il passo da gigante, se vi e’ la plancia e’ consigliata l’entrata controllata da seduti. E’ comunque sempre obbligatorio prima di entrare in acqua controllare che lo spazio sottostante sia libero. Una barca attrezzata per le immersioni deve disporre di ogni dotazione per la gestione di eventuali emergenze specifiche per la subacquea, come le unita’ per la somministrazione di ossigeno.
Immersione fuori curva di sicurezza
L’immersione fuori dalla curva di sicurezza dovrebbe avere una pianificazione comprendente diversi segmenti aggiuntivi nella propria organizzazione. Oltre ad un elevato grado di abilita’ tecnica e ad un idoneo allenamento, il subacqueo dovrebbe disporre di una adeguata scorta di aria supplementare, una perfetta protezione termica, un’assistenza dalla superficie, un dispositivo per effettuare comodamente le tappe di decompressione (trapezio o cavi zavorrati) e delle valide motivazioni. Nella maggior parte dei casi vengono eseguite immersioni fuori curva con la barca senza nessuno a bordo della stessa, in quanto e’ difficile trovare qualche amico che pazientemente attenda il ritorno dei subacquei in superficie. Lasciare la barca incustodita e senza nessuno che possa richiedere e praticare un primo soccorso in caso di emergenza si commenta da solo. La bombola di aria supplementare e’ solitamente calata in acqua alla profondita’ della tappa piu’ profonda (-3 metri,-6 metri eccetera). Il sistema dovrebbe essere pressurizzato (apertura del rubinetto dell’aria) e richiuso, in modo che sia impossibile l’ingresso di acqua negli erogatori e un’erogazione continua. La protezione termica del corpo con la muta di idoneo spessore e’ fondamentale in quanto per le note leggi fisiche, le basse temperature favoriscono l’assorbimento dei gas e ne rallentano il rilascio.